Il legame storico tra l’Atelier Gallia e Peter e Milano affonda le radici in una tradizione d’eccellenza. Se ne ritrova traccia nell’etimologia del termine inglese che indica la modista, “milliner”, ovvero “originaria di Milano”: una provenienza geografica che, sin dal Settecento, era sinonimo di qualità, determinazione, cura del dettaglio.
Da sempre concepito come uno spazio di vita e di lavoro, è stato a lungo luogo di produzione, di esposizione, di sfilate e di vendita: le sue magnetiche vetrine su strada hanno svelato per quasi un secolo lo stile e le tendenze di copricapi fatti a mano dall’allure Haute Couture. Pensato come un salotto per accogliere l'alta borghesia milanese, sino alla Seconda guerra mondiale, l'Atelier disponeva di trecento metri quadrati e di tre vetrine. Trasferitosi successivamente nel cortile interno, ha sempre mantenuto una vetrina su strada, al civico n.3 di Via Montenapoleone, e una bottega sul retro in cui sperimentare forme e fogge di copricapi e acconciature realizzati dalle quattro generazioni di donne Gallia e Peter (Angela Paschero, Mariuccia Gallia, Lia Giacomini e Laura Marelli).
Composto da ampi saloni caratterizzati da grandi specchi dorati, l’Atelier ha conservato la sua identità artigiana creando forme e sostegni per plasmare copricapi e realizzare acconciature fatte a mano utilizzando tutte le diverse professionalità presenti in Atelier e specializzate nelle diverse lavorazioni (fiori, veli, feltro). Negli anni d’oro del cappello, l’atelier contava su oltre trenta collaboratori tra donne della famiglia, lavoranti e modiste, incluse una “piscinina” (come venivano chiamate a Milano le giovanissime che imparavano il mestiere della sarta e della modista), una première (colei che traduce lo schizzo del disegnatore nel modello in tela e lo prova sui manichini) e lo storico fattorino Giacomino, che con la sua ape consegnava in giro per la città le cappelliere di cartone moiré, logate Gallia e Peter.
Con il declinare della moda del cappello, negli anni Sessanta l'Atelier cede alcuni degli spazi di via Montenapoleone e riduce il numero dei lavoranti, sino alla decisione nel 2010 dell'ultima erede, Laura Marelli, di trasferire l’attività al numero n.60 di via Moscova a Milano. Luogo vitale e dalla creatività vivace e pulsante, l'atelier Gallia e Peter si è trasformato nel tempo per rispondere alle diverse committenze, tenendo insieme la dimensione intima dell'ascolto e della progettazione su misura con le grandi commesse e le produzioni di cappelli per le principali case di moda degli anni Cinquanta e Sessanta e per i più noti stilisti del Made in Italy negli anni Ottanta. Oggi, con la direzione di Laura Marelli, Gallia e Peter si sta trasformando in una scuola di vita e di mestieri, che realizza copricapi su misura conservando nel suo archivio documenti, cappelli e storie capaci di ispirare nuove produzioni e trasmettere il “saper fare” e il piacere che ne deriva alle nuove generazioni.