— Abcdaire

C come Chapeaux

Chapeaux. Modèles, Printemps 1955.

Esperienza, fantasia, ispirazione. Alla base di qualunque modello, alla base di qualunque disegno. E, per l’ispirazione, non mancano le riviste in abbonamento che passano di mano in mano e che le dipendenti di Gallia e Peter studiano in ogni loro immagine: le sfogliano con attenzione, prendono appunti sui loro taccuini, ci ripensano per giorni interi, ne discutono tra loro. Tra le più amate c’è Chapeaux, una rivista svizzera, edita dallo zurighese Edtions Th. Weder. Ogni numero costa 9,50 franchi, l’abbonamento 32 (con un sovrapprezzo di 5 franchi per riceverlo in Italia). Mese dopo mese, tra quelle pagine dal respiro internazionale che portano il sottotitolo di Modèles, le modiste iniziano a immaginare e trovano spunti sempre nuovi per le loro creazioni: lì sopra sono raccolti, di volta involta, gli elementi più innovativi e originali, gli abbinamenti più moderni, i materiali più ricercati. È attraverso quelle pagine che si declinano tutte le forme che i cappelli possono assumere a seconda dell’orario della giornata in cui vengono utilizzati. Baschetti e cloche al mattino (guarnizioni molto semplici e non pretenziose), cappelli in velluto nei pomeriggi invernali (da abbinare alle pellicce) e cappelli in paglia in primavera, arricchiti di fiori e piume vaporose. Dopo le cinque arriva il momento di calottine, mezze lune, toques con velette e cristalli: ad adornarle fiori, paillettes, piume di marabù, gallo, struzzo, secondo il gusto della committenza. A chiusura di giornata è tempo delle acconciature da sera, perfette per le Prime a Teatro o per le cene eleganti a casa di amici. Per ogni orario della giornata un cappello ideale che Chapeaux descrive con minuzia e scrupolo, senza scordare l’occasione più ambiziosa e innegabilmente, ardentemente complessa: quella del velo e delle acconciature da sposa. Le più complicate, temute e amate da ogni modista che si rispetti. Oggi una collezione di Chapeaux (un pezzo di storia dell’editoria e un pezzo di storia della moda) è conservata nell’archivio personale di Laura Marelli, che l’ha acquistata da alcuni colleghi modisti che quei numeri li avevano raccolti nel loro atelier di via Monte Napoleone, a qualche civico di distanza da Gallia e Peter. Una complicità tra colleghi che negli anni dorati della modisteria si componeva di scambi, suggerimenti, collaborazioni. E che oggi trova testimonianza materiale in questa collezione di riviste, eleganti come non mai. Preziose come allora, preziose più di allora.

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