Forme in legno e forma in sparto. Due scuole di vita, due scuole di pensiero. Certo, ci sono anche le forme in alluminio per i cappelli di produzione industriale, ma in ambito artigianale è tra legno e sparto si dividono le forme. Le prime, quelle in legno, sono realizzate dai falegnami per i cappellai; le seconde sono invece il regno delle modiste che utilizzano fogli di paglia dalla trama larga (lo sparto per l’appunto), ricoperti di garza apprettata che inumidita, si plasmata fino ad ottenere la forma voluta. Realizzare una forma in sparteria è un lavoro impegnativo anche per una modista esperta e richiede due intere giornate di lavoro. Si parte da un disegno. Si inumidisce la sparteria e, appoggiandosi su una testa - la cosiddetta poupée - con l'aiuto di ferretti, forbici e ferri da stiro in ghisa si crea la forma desiderata. Ma nell’atelier di Gallia e Peter a un certo punto fa il suo debutto la forma in legno. Accade per esempio per il celebre cappello realizzato perle passerelle parigine di Dior dell’ottobre del 1985, che conquista la stampa e, nel giro di pochissimo, diventa indiscutibile tendenza. Quella stessa forma legno sarà alla base di un altro cappello prezioso e amatissimo: quello realizzato per la collezione autunno/inverno di Armani del 2005/2006. Un tripudio black and white come nella migliore tradizione dello stilista. Non è finita qui, però. Il legno diventa addirittura materiale d’uso,come nel celebre cappello-scultura dall’anima futurista, Elastico. Per realizzarlo, sempre nel 1986, Laura Marelli getta il cuore oltre l’ostacolo e si ispira al quadro di Joseph Stella Il ponte di Brooklyn (1939). Sceglie bacchette di legno protese verso l’altro, a tracciare un elegante skyline. Supera il confine delle forme e reinventa una nuova idea di cappello che si proietta, ostinato, testardo, estroverso, verso unnuovo concetto di futuro. A questo punto, non c’è più materiale o forma che tenga. L’immaginazione, nei favolosi anni Ottanta, si protende verso orizzonti (e skyline) completamente nuovi e inesplorati. E l’antica “forma” diventa, finalmente agli occhi di tutti, vera e propria arte.